Nuvole

Nuvole è il primo brano del disco “La fabbrica delle nuvole”, nasce da un pomeriggio di tanti anni fa trascorso a Playa Grande, un posto di mare dove, una volta tanto, trovo rifugio, passeggio e osservo le nuvole passare sulle rive del Mediterraneo. Ricordo che quel pomeriggio d’autunno non vi era anima viva intorno a me, mi stirai e mi addormentai tra le dune di sabbia in riva al mare.
Al mio risveglio iniziai a pennellare parole su dei fogli.
Diedi un titolo a quei pensieri:

“Il mio mondo”

Nessun suono.
Il canto soave e rilassante del mare giunge alle mie orecchie, entra fino al mio cervello.
Le onde raggiungono la battigia in compagnia del vento, il loro ultimo viaggio è destinato ad infrangersi e morire dopo una breve vita.
Immerso in questo paradiso, le mie riflessioni sono guidate dal verso dei gabbiani che volano e fluttuano nel grande elemento dell’aria.
Vedo passare le nuvole, si trasformano secondo dopo secondo.
Vedo lumache che danzano nel cielo, coccodrilli che aprono le fauci e gridano frasi mute all’universo.
Vedo elfi ballare e aquile giganti volare verso il crepuscolo.
Il giorno è ormai al termine.
Cerco delle risposte…
Il tormento alle mie domande tace in questo luogo, in questo piccolo spazio di pianeta che adesso contemplo.
Ciò che in realtà non sento, ciò che ogni giorno non percepisco, lo trovo qui, nel mio mondo.
Mi giro intorno, oltre la mia visuale non scorgo nulla, come se i pensieri non valicassero gli orizzonti da me contemplati, come se all’infuori di questa grande stanza esistesse solo il male.
Da lontano due amanti si intrecciano sopra una panchina, mostrano il calore che portano dentro, si abbracciano e partecipano al grande gioco dell’amore.
La mano del vento accarezza i rami degli alberi. Dietro le dune di sabbia un canneto si muove in una danza convulsa, dove le canne si inchinano, si alzano e girano su se stesse.
Ogni tanto la sfera del sole viene coperta da fantastiche figure che si rincorrono in un gioco eterno. Colori sgargianti e cupi circondano il mio essere.
Estasiato da questa bellezza,
chiudo gli occhi.

Da questa esperienza iniziò a prendere forma il concetto “La Fabbrica delle Nuvole”.

Tornando a casa iniziai a pensare che tutte quelle Nuvole provenissero da una casetta immersa tra le montagne lontane, una piccola Fabbrica con una ruota che gira e raccoglie spruzzi di cascata e arcobaleno; tra le sue mura ingranaggi arrugginiti e dal tetto un lungo comignolo sgangherato che sbuffa vapore acqueo disperdendolo al vento.

Trascorsi tanti anni da quel pomeriggio, l’immagine onirica della casetta delle montagne ha pian piano acquistato un significato per me importante. Adesso vedo gli ingranaggi arrugginiti di quella Fabbrica girare all’interno delle nostre teste e ogni volta che il loro meccanismo funziona, qualcosa di bello accade. Come una pentola a pressione dove tutto rimane intrappolato, vi è poi uno sfogo:
a volte la valvola si alza e sorridiamo, gridiamo e ci emozioniamo, esprimendo ciò che di bello e naturale tratteniamo dentro. Tutto esce sotto forma di vapore e dai comignoli della nostra immaginazione prendono così forma le Nuvole: poesia, musica, forme d’arte, meravigliose espressioni di quella bellezza che ognuno di noi cela.
La Fabbrica delle Nuvole è un pò arrugginita, con ingranaggi cigolanti e mal funzionanti, ma finchè si muove, i suoi comignoli sbufferanno vapore ed il bambino che portiamo dentro potrà gioire alla vista di figure colorate che danzano nel rosso imbrunire del cielo.

Tra ingranaggi arrugginiti di quella Fabbrica
prendono forma le Nuvole
Frammenti di sogni
Fantastiche espressioni
Riflessi di una vita ormai lontana…
Si rompono, si sciolgono e poi evaporano
dai comignoli della nostra immaginazione